Per Di Primio, «Abbassare la pressione fiscale si può e si deve fare. Il nuovo Governo abbia il coraggio di tagliare i troppi miliardi di euro di sperperi dell'apparato centrale dello Stato e di tutti gli organismi di sottogoverno che alimentano la voragine del debito pubblico. Gli oltre 8000 comuni italiani, pur rappresentando solo il 2,5% del debito totale del Paese ed il 7,6% della spesa pubblica locale, la loro parte l'hanno già fatta, contribuendo, negli ultimi sette anni, al risanamento della finanza pubblica con 16 miliardi di euro, di cui il 45% da taglio di risorse ed il 55% da inasprimenti del Patto di Stabilità.
I Comuni, per poter stare realmente vicino alle aziende, chiedono di avere autonomia in termini impositivi, rifiutando di continuare ad essere il soggetto istituzionale che chiede soldi a commercianti, imprese e cittadini per conto dello Stato per risanare il buco del debito pubblico che non hanno prodotto, però, né i Comuni, né le aziende, né i commercianti. Abbassare il costo del lavoro, detassare gli investimenti, incentivare le nuove assunzioni, sburocratizzare le procedure autorizzatorie sono provvedimenti non più differibili.
Infine, il nuovo Governo non rincorra i banchieri, ma induca e solleciti le banche a dare credito alle piccole e medie imprese, ai commercianti e alle famiglie. Dal canto mio, come già fatto nelle scorse settimane, continuerò a lavorare sulla condivisione degli obiettivi con le rappresentanze di categoria. Il primo punto sarà quello di scrivere insieme la parte del bilancio comunale che riguarda i tributi dovuti da imprese e commercianti, mai dimenticando le grandi difficoltà in cui versano sia la finanza pubblica che quella privata».
Ufficio Stampa Comune di Chieti Rosaria Maresca
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