Per il primo cittadino, Bruxelles deve comprendere che il Mediterraneo «non è il confine dell’Italia con il sud del mondo, ma è il confine dell’Europa con quella parte di mondo che urla la propria emergenza umanitaria e che non merita illusioni ma la concretezza delle azioni di aiuto e sostegno, per quelle popolazioni, direttamente nei loro paesi d’origine. Bandendo, dunque, ogni forma di ipocrisia e di interessato perbenismo, ribadisco il mio fermo no alla possibilità che Chieti sia sede di un Cto.
Per la Caserma Berardi, bene già richiesto dal Comune insieme all’ex Ospedale militare, l’utilizzo che l’Amministrazione immagina è quello di uno straordinario contenitore da destinare a funzioni pubbliche, incompatibili evidentemente, con la presenza degli immigrati.
Aspettiamo, quindi, il 13 febbraio - termine ultimo dato dall’Agenzia del Demanio al Ministero della Difesa per pronunciarsi sul futuro delle caserme – e, se come tutti auspichiamo, tali strutture militari verranno conferite al patrimonio comunale, non mancherò di aprire un grande confronto con la città per individuare il futuro che vorremo dare a quei siti. In tal senso, oltre alla già nominata cittadella della pubblica amministrazione, penso alla collocazione degli uffici giudiziari, alla biblioteca provinciale, al problema degli spazi della Questura, ad una migliore organizzazione delle caserme dei Carabinieri, così come agli spazi per i giovani e del mondo associativo nonché, come più volte sostenuto dal Consigliere delegato Cavallo, ad uffici per la protezione civile».
Ufficio Stampa Comune di Chieti - Rosaria Maresca
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