
Un traguardo che pochi gruppi abruzzesi possono vantare: 18 anni di musica andavano festeggiati, e quale miglior modo se non quello di ridare nuova vita al gruppo e celebrare questo importante traguardo con un live? Si riparte con lo spirito giusto: alla base c'è la passione comune di tutti i membri per il buon sano rock. Al fianco dei due membri storici Paolo Polidoro (voce e basso) e Fabio Sciarrelli (batteria) ci sono oggi Massimo Giuliano (tastiere) e Diego Simone (chitarre), che hanno dato nuova linfa e freschezza alle sonorità, ora arricchite dai tappeti sonori delle tastiere vintage, molto anni ’80, e da un drumming preciso, grintoso e ordinato. Tanti i progetti all’orizzonte per i Nunc Est Bibendum: ce ne parlano nella nostra intervista esclusiva Paolo e Fabio insieme a Vincenzo Fedecostante, quest’ultimo autore della session fotografica promozionale del nuovo corso del gruppo.
- Perché proprio ora il ritorno dei Nunc Est Bibendum?
(P): “Perché, come si dice, a volte ritornano. In realtà il gruppo non era mai scomparso, ora c’è una nuova formazione, ma al mio fianco c’è lo storico batterista Fabio. Ci volevano dei nuovi ingressi per tornare un po’ allo spirito originario e non far morire un progetto che durava da anni, soprattutto per fare musica insieme divertendosi. Negli ultimi tempi i Neb proponevano troppe cover. Ora si ritorna agli inediti e al sano rock italiano, un genere che oggi non fa quasi più nessuno, quello alla maniera dei vecchi Litfiba o Timoria per capirci”.
(F): “Sono stato in attesa per quattro anni o forse anche di più. Dopo una pausa così lunga sono tornato nella band con l’intenzione di fare qualcosa di nuovo e proporre musica col marchio Nunc Est Bibendum che è diverso dalle ultime uscite del gruppo con un ritorno alle origini, come ben sottolineato da Paolo”.
- Il progetto riparte da un omonimo brano inedito…
(P): “Uscirà domani, ma nel concerto presenteremo ben tre nuovi brani. Il fatto che il primo brano concepito dalla formazione di oggi abbia il nome del gruppo è un segnale importante. L’ingresso di Massimo alle tastiere ha dato un qualcosa che era finora sempre mancato, un aspetto molto vintage. Lui si è calato subito nello spirito del progetto, azzeccando i suoni anni ’80 adatti ai nuovi pezzi che fanno parte della nostra cultura musicale. Siamo fans di un certo rock alla Litfiba e Timoria. La voglia di stare insieme è ora tornata. Si era un po’ perso il “mood giusto” nella band: oggi cerchiamo di proporre canzoni che piacciano prima a noi e poi anche alla gente, ma sempre divertendoci nel suonare insieme”.
(F): “In questo momento ci contraddistingue la facilità con cui vengono fuori le canzoni. Già ci sono, come detto, tre inediti, è tornata la vena creativa. Nell’ultima prova fatta in studio, in una sola ora è saltato fuori un pezzo. C’è una buona sezione ritmica, in stile “In Vino Veritas”, il nostro disco del 1999”.
- Si può dire dunque che si riparte dalla voglia di fare musica insieme?
(P): “Negli ultimi anni mi ero reso conto che puntare su veri musicisti è una sconfitta: io preferisco suonare più con persone con cui ho affinità e mi danno stimoli che non con altre che magari non si danno dal punto di vista umano e guardano troppo al lato professionale”.
- Cosa ci si deve aspettare da questo nuovo corso?
(P): “Ad inizio 2014 uscirà il quinto album dei Nunc Est Bibendum che comprenderà almeno otto canzoni, poi magari per i 20 anni del gruppo faremo anche un disco che raccolga il meglio della nostra produzione, con i nostri pezzi storici riarrangiati”.
(F): “Questa è una fase di Paolo in cui non dorme la notte e scrive tanto: questo è il vero Paolo! È quello che una volta veniva in studio a proporre le sue idee. Ora è tornato così”.
(P): “Il brano nuovo che uscirà domani mi è venuto in mente proprio di notte; mi sono svegliato apposta per mantenere intatto il suo spirito e non lasciarlo cadere”.
- Quanto sentite la responsabilità di celebrare un anniversario importante come i vostri 18 anni di musica?
(F): “Il peso è forte, ma è anche un onore festeggiare un simile traguardo: per me questo gruppo è tutto, sono nato artisticamente con i Nunc Est Bibendum. Ora serve avere in seno alla band gente che mantenga la coesione del gruppo, che abbia voglia di fare, di creare musica, registrarla e suonarla. Noi quattro in questo momento remiamo nella stessa direzione: serietà e passione sono alla base dei Nunc est Bibendum di oggi”.
(P): “Come dice la prima strofa della nuova canzone, 'Diciotto anni ormai e vince sempre lei, Dea della Musica': è una verità assoluta! Ci siamo messi ancora di più in gioco: io addirittura ora canto, il mio ruolo è di cantante-bassista. Abbiamo provato tanti vocalist, all’inizio c’era stata anche l’idea di avere ancora una ragazza in questo delicato ruolo, ma non abbiamo trovato l’umiltà giusta in chi si presentava da noi. Poi molti altri non ci davano affidamento, riscontravamo solo problemi in loro e questo non andava bene per un gruppo che cercava il rilancio. A quel punto si è optato per me come cantante”.
- Recentemente avete realizzato anche una session fotografica in una stazione abruzzese abbandonata: come vi è venuta l’idea?
(F): “Dal punto di vista fotografico è stata scelta una location molto nota, l’ex stazione di Crocetta nei pressi di Castel Frentano. Credo che sia una delle pochissime stazioni in Abruzzo e in Italia in cui si trovino ancora vagoni abbandonati. Ho pensato che si adattasse bene allo stile dei Nunc Est Bibendum: con le immagini di una stazione vecchia, in cui era passata tanta gente negli anni e ora in disuso da tanto tempo, volevo dare l’dea del viaggio che sta continuando da ben 18 anni, l’accostamento del vecchio, del nuovo e del futuro. Ho pensato dunque alla ferrovia”.
(P): “Questa session fotografica verrà ovviamente utilizzata anche per il disco in uscita. L’idea della stazione mi fa pensare molto alla canzone dei Timoria “Treno magico”… Spero che questo possa essere anche il nostro treno magico!”.
Piero Vittoria
Nessun commento:
Posta un commento