
Così il direttore Giuseppina Ruggero: “Questo è un progetto molto ambizioso. Lo sport ha una grande rilevanza sotto molteplici aspetti: quello della salute, e del rigore nello stile di vita molto importante soprattutto per chi ha avuto esperienze di tossicodipendenza. In carcere si è sempre fatto sport ma in maniera spontanea a dimostrazione di come l’essere umano non può non muoversi. Un bisogno che cresce in chi è costretto a vivere in uno spazio molto limitato. Il problema riguarda gli spazi adibiti negli istituti più datati come il nostro ma ho potuto contare sul prezioso contributo del comandante Di Bartolomeo e della dottoressa Raciti che hanno saputo individuare le aree adattabili all’attività sportiva e in particolare al corpo libero e al calcio a 5. Ben vengano questo tipo di iniziative che riguardano anche l’alimentazione e guardano al benessere psico-fisico dei detenuti”. “Finalmente, dopo qualche anno – spiega il Presidente Imbastaro - è stato possibile attuare questa attività rivolta ai detenuti ai quali viene offerto un prezioso sostegno affinché possano avere una vita più sana. Lo sport insegna il rispetto delle regole e in un ambiente come questo è un aspetto fondamentale. Inoltre una buona condizione fisica migliora i rapporti tra le persone ed è molto importante sotto l’aspetto sanitario. Il nostro obiettivo è allargare l’iniziativa al maggior numero di carceri”. Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche i detenuti presenti come Mimmo che ha dato il suo prezioso contributo sottolineato l’importanza dell’attività fisica: “Quando sono entrato pesavo 140 kg e mi sono reso conto che dovevo fare qualcosa per il mio benessere. Così ho cominciato a muovermi svolgendo quotidianamente corsa, flessioni, esercizi alla sbarra riuscendo a perdere ben 45 chili. Oggi sto davvero bene grazie allo sport che mi aiuta anche a scaricare le tensioni e a dormire meglio. Sicuramente ci vorrebbero più spazi per l’attività sportiva come una piccola palestra”. Le attività sportive che interesseranno i detenuti della Casa Circondariale di Chieti saranno svolte 2 giorni a settimana sotto la supervisione degli educatori di attività motoria, la prof.ssa Alessandra D’Alimonte per il settore femminile e il prof. Ennio Mariannetti per il settore maschile. Per gli uomini sono previsti calcio a 5 e corpo libero e per le donne pallavolo e corpo libero; il Coni, come ha sottolineato il delegato Milozzi, si impegnerà a fornire le attrezzature e l’abbigliamento a tutti i partecipanti. L’obiettivo principale del Progetto “Sport in carcere” è riuscire, attraverso la pratica sportiva, ad aumentare la fiducia in se stessi perché attraverso il corpo e il movimento possa crescere al consapevolezza nei propri mezzi e di essere in grado di affrontare anche situazioni complesse. Il protocollo d’Intesa, sottoscritto dal Direttore Ruggero e dal Presidente Imbastaro, prevede la stretta e proficua collaborazione tra Coni e Casa Circondariale teatina per i prossimi 3 anni, al fine di presentare progetti volti alla riqualificazione degli ambienti e degli spazi da destinare ad attività sportive; reinserire la popolazione detenuta, non solo attivando programmi di pratica sportiva ma organizzando percorsi di avviamento al tirocinio e alla qualificazione tecnica; organizzare manifestazioni sportive che favoriscano la diffusione della cultura dello sport, della tolleranza e dell’integrazione con il territorio.
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