venerdì 28 novembre 2025

Andrea Miceli celebra anni di impegno nell’arte poetica e nella cultura

Fin dall’infanzia Andrea Miceli ha manifestato una spiccata passione per l’arte poetica, trasformata in impegno concreto a partire dal 2010, anno in cui ha iniziato a pubblicare le sue opere. La sua prima raccolta, La Musica del Cuore, è stata pubblicata in formato cartaceo da Aletti Editore nel 2012, seguita da tre e-book autoprodotti nel 2013: I Misteri dell’Anima, Il Suono degli Dei e Cammino di Luce.

Le sue poesie sono state pubblicate da diverse case editrici, tra cui Aletti Editore, con cui ha partecipato a importanti sillogi: Festival Poetico il Federiciano (2016), Sharqi (2016), Austro (2017), Tra un fiore colto e l’altro donato – Volume 13 (2017) e il Secondo Premio Internazionale Salvatore Quasimodo (2017). Ha collaborato inoltre con Oceano dell’Anima Edizioni (Amore e Psiche – Volume 3, 2016) e Oceano Edizioni (Le mani dei bambini – Collana Seneca, 2018).

L’attività di Andrea ha ricevuto riconoscimenti accademici e culturali di rilievo: dall’Ateneo Internazionale degli Empodoclei di Scienze, Lettere e Arti, ha ottenuto i titoli di “Accademico Associato nella Classe delle Lettere e Studioso di Culture del Sacro” (2016) e “Accademico d’Onore nella Classe delle Lettere e Studioso di Culture del Sacro” (2018), oltre al “Riconoscimento Internazionale Benemerito della Cultura Italiana nella Classe delle Lettere” (2021). Recentemente ha intrapreso un nuovo percorso creativo, dedicandosi alla musicalizzazione dei propri testi poetici, con l’obiettivo di trasformare le parole in emozioni sublimi da condividere con il pubblico.

lunedì 24 novembre 2025

Artina trionfa alle audizioni di “Promuovi la tua musica”

È stata la sua grinta e la sua sensibilità a conquistare la giuria di "Promuovi la tua musica", presieduta da Antonio Vandoni. Artina, giovane cantante dal talento prorompente, ha incantato il pubblico e i giudici durante le audizioni, portando sul palco non solo la sua voce, ma un mondo interiore fatto di coraggio, creatività e emozioni incontenibili. Dopo la sua performance, l’abbiamo incontrata per un’intervista intensa e senza filtri, proprio come lei.

Il coraggio come motore

«Tanto, tantissimo. Senza coraggio non potrei fare nulla», confessa Artina. «Ogni giorno mi chiedo come faccio a essere così tenace, poi ricordo che quel fuoco non puoi spegnerlo… quando è così forte, il coraggio si triplica. Per il mio sogno farei cose che non farei nemmeno per un uomo. Non conosco amore più grande».

Sola ma felice

Sul fronte sentimentale risponde con ironia: «Potrei scrivere un libro sugli uomini… anzi, prima o poi scriverò una canzone. In questo momento sono concentrata su me stessa. Sola come il sole».

La fede come bussola

Artina è profondamente credente: «Mi ritaglio sempre momenti per pregare. Cantare è pregare due volte. Senza la fede mi sentirei persa. È la forza più grande».

Casa è dove ci si sente capiti

«Casa sono le persone con cui mi sento me stessa», racconta. «Ultimamente sto facendo tanta selezione: voglio sentirmi a casa spesso, ne ho bisogno».

Piccoli rituali e grandi gesti

Con spontaneità rivela i suoi piccoli rituali quotidiani: «Il phon! Mi coccola. È una carezza. Mi rilassa». E racconta anche di un gesto che ha cambiato la sua vita: «Ho iniziato psicoterapia. Era un periodo terribile e chiedere aiuto è stato il gesto d’amore più grande verso me stessa. È stato l’investimento migliore della mia vita».

Nessun rimorso

La sua filosofia è chiara: «Voglio invecchiare dicendo di aver fatto tutto ciò che potevo. Nessun rimorso, nessun rimpianto. Me lo sono promessa».

Sogni e progetti

Artina guarda al futuro con ambizione: «Sto già vivendo un sogno, ma ne ho tanti. Una collaborazione importante, un grande palco… Mi immagino davanti a un pubblico che non ha mai creduto in me. Sarebbe la mia rivincita. Sto lavorando al prossimo brano, chissà, magari anche a un album».

Chi non crede in lei? Gelosia

«Quando sogni, le persone sono gelose. Cercano di scoraggiarti. Ma io continuo a correre. Più di te stessa chi può crederci davvero? Nessuno».

Vivere di emozioni

«Ne ho troppe. Vivo di emozioni, altrimenti non potrei fare musica. A volte mi emoziona perfino una parola. Piango spesso. Ho il cuore di panna da una parte, dall’altra sono un treno. Che mix incredibile». Artina è questo: fuoco, vulnerabilità e una fame di vita che colpisce. Milano se n’è accorta, e forse questo è solo l’inizio di un percorso destinato a lasciare il segno.

SarKia, la nuova voce dell’urban-pop italiano

Nato a Roma nel 2000 e cresciuto in Abruzzo, tra Guardiagrele e i sentieri della Maiella, SarKia (nome d’arte di Edoardo Sarchiapone) è uno dei giovani talenti più sensibili e autentici della nuova scena urban-pop italiana. La sua musica nasce in un territorio dove natura e spirito si incontrano, lontano dal caos delle grandi città ma immerso in paesaggi che alimentano creatività e introspezione. L’incontro con la musica avviene presto: la chitarra del nonno, le opere liriche ascoltate con il padre, i viaggi intorno al mondo grazie al suo lavoro. Fin da bambino SarKia fa fatica a esprimersi a parole, e così la musica diventa il suo linguaggio naturale, un rifugio emotivo che lo accompagnerà negli anni.

Il suo percorso artistico inizia nell’orchestra scolastica e prosegue con lezioni, concerti di fine anno e una formazione più strutturata al Saint Louis College of Music di Roma, dove studia composizione e produzione di musica elettronica. Con i primi live — tra cui il concerto di Halloween in piazza Plebiscito, a Lanciano, di fronte a centinaia di persone — arriva anche la piena consapevolezza di essere un musicista. La sua scrittura è segnata da un dolore profondo: la perdita di suo fratello. Un evento che lo trasforma e gli insegna a scegliere la vita, la gioia e il coraggio. Ogni brano diventa un modo per tenerlo vicino e per trasmettere speranza a chi ascolta.

Lo stile di SarKia unisce urban e pop, melodie emotive e arrangiamenti elettronici, con influenze che spaziano dal rock anni Duemila al metal, dal dark R&B di The Weeknd alla tradizione cantautorale italiana. Non cerca un genere, cerca la verità: per lui la musica è catarsi, trasformazione, un modo per dire ciò che non riesce a dire a voce. Sul palco si muove con naturalezza e intensità, trasformando ogni esibizione in un’esperienza emotiva. Tra i momenti più preziosi della sua carriera c’è l’immagine di suo padre che si commuove durante un live: un ricordo che continua a guidarlo.

Oggi SarKia guarda avanti con determinazione: crescere, viaggiare, collaborare, portare la sua musica ovunque. Sempre con autenticità, consapevole che ogni passo, grande o piccolo, nasce da un atto d’amore verso ciò che fa. Perché — come ama ricordare — «i sogni veri vivono nel silenzio… e si realizzano sul palco».

domenica 19 ottobre 2025

“Echo react”, il nuovo singolo di JSAX

“Echo react” è il nuovo singolo di JSAX, un incontro tra il calore organico del sax e l’energia pulsante dell’elettronica. Il brano nasce come un dialogo: il sax soffia la sua voce, vibrante e istintiva, e la base elettronica risponde con beat incalzanti, loop e riverberi che ne amplificano le emozioni. L’eco e la reazione diventano il filo conduttore — due forze che si riflettono e si trasformano, come una conversazione tra uomo e macchina, dove il sax parla e la macchina risponde. “Echo react” vibra di energia cinetica, catturando l’ascoltatore in un flusso sonoro dove ogni nota sembra nascere dal respiro e dissolversi nel movimento. È un viaggio immersivo che celebra la tensione creativa tra il caldo e il freddo, l’improvvisazione e il controllo, il suono e il silenzi.

JSAX è un sassofonista romano. Ha iniziato il suo percorso musicale studiando pianoforte, per poi avvicinarsi al sassofono, attratto dalla profonda connessione che lo strumento permette tra respiro ed espressione interiore. Artista poliedrico, ha partecipato a progetti corali, sviluppando un percorso solista che oggi rappresenta la sua attività principale. La sua ricerca musicale lo ha portato a esplorare generi diversi, dal nu jazz all’elettronica, fino al pop, con l’obiettivo di creare una propria linea melodica. I suoi brani inediti cercano di coniugare l’anima organica del sassofono con i linguaggi sintetici contemporanei, dando vita a un suono originale che mette in dialogo tradizione e innovazione.

mercoledì 8 ottobre 2025

Alessandro Bensi, un giovane talento: l'intervista

Alessandro Bensi è un giovane talento, molto interessante: un personaggio, insomma, da scoprire. Ecco la nostra intervista.

Cosa ti ha spinto a iniziare il tuo percorso musicale proprio nel 2022?

"Da quando ho memoria, ho sempre cantato e canticchiato, sin da piccolissimo nel giardino di campagna. Poi mamma ha deciso di farmi provare a suonare uno strumento ma, nelle diverse prove per la scelta, ho provato canto e ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada".

Che ruolo ha avuto la tua vocal coach, Elisabetta Rafaele, nella tua crescita artistica?

"Elisabetta è stata fondamentale. Un rapporto di amore a prima vista. Lei è una performer favolosa ed una maestra empatica e preparata. Aveva iniziato da ragazza come corista nel gruppo dove suona il mio papà come passatempo, poi è diventata una vera artista preparatissima in tutti i generi musicali che amo, dal Rock al Blues alla Disco al Gospel. Mi manca moltissimo adesso che non è più la mia insegnante e io sto cercando una mia nuova identità".

Tra i contest a cui hai partecipato (Tour Music Fest, Sanremo New Talent, Videofestival Live…), quale ti ha lasciato l’esperienza più significativa e perché?

"Al Tour Music Fest ho trovato ragazzi della mia età con cui condividere la mia passione, come Stefano con cui ci sentiamo ancora oggi e partecipiamo insieme ai contest ma il Sanremo New Talent è stato quello che mi ha dato la soddisfazione più grande arrivando alla finalissima televisiva piazzandomi nei primi tre di categoria e rivedermi in TV è stato fantastico".

Come vivi la pressione di esibirti davanti a giurie e pubblici sempre più numerosi e qualificati?

"Me la faccio sotto! Ma non credo che si possa scrivere. Direi che ho moltissima ansia da tenere a bada. Sembra una tempesta come nel film Inside Out due. Però poi, quando salgo su un palco e inizio a cantare, tutto si annulla. Ci sono solo io e la musica che mi scorre dentro. Canto. Canto e basta dando tutto me stesso. Mamma a volte mi paragona a Billy Elliot".

Ti senti più a tuo agio come interprete sul palco o preferisci la dimensione più intima dello studio di registrazione?

"Adoro il palco! Sono un animale da palcoscenico. Anche se, crescendo, acquisto consapevolezza e mi trattengo un po’".

Come descriveresti il tuo stile musicale e quali artisti ti hanno influenzato maggiormente?

"Non ho una grande cultura musicale. Io ascolto di tutto. Se è una “buona musica” ritmata mi piacciono anche le sigle dei cartoni tipo Hutzbin Hotel per citarne uno. Ultimamente con la scuola di canto Musicalmente si è espressa maggiormente la mia anima Rock (per esempio coi Led Zeppelin), ma mi piace molto anche Bennato e Zucchero. Devo ancora sperimentare. Posso però dirvi cosa non mi piace: la musica lirica, il trap (che odio sopra ogni cosa) e il jazz lento".

Essendo ancora in una fase di crescita vocale, come affronti la sfida di un continuo perfezionamento tecnico?

"Sto studiando molto. Con il supporto di Alessandro Cora, un maestro specializzato nella tecnica vocale. Poi ci sono giorni proprio neri in cui faccio fatica a gestire la voce, però, tutto sommato, rispetto ad alcuni miei coetanei, riesco ancora a farcela e ho già acquisito delle belle tonalità baritonali. Mia nonna paterna che era cantante lirica dice che ho un’estensione di tre ottave".

Quali emozioni o messaggi speri di trasmettere al pubblico con la tua musica?

"Spero di divertirmi e farli divertire ed emozionare. Spero che guardandomi sul palco gli piaccia lo show. Prima di ogni performance i miei mi dicono “divertiti” ed è proprio quello che voglio comunicare. Che mi sono divertito io e che ho divertito e appassionato chi mi ascolta".

Guardando al futuro, quale sarebbe il tuo sogno più grande come artista emergente?

"Il mio desiderio più grande è calcare il palcoscenico dell’Ariston. Cantare a San Remo. Perché mio nonno materno cantava con Rita Pavone nei locali di Torino ma non ha potuto coronare il suo sogno e vorrei farlo io per lui. Specialmente adesso che non c’è più e noi due avevamo un rapporto fortissimo. Poi, ovviamente, incidere dischi e cantare negli stadi e nei teatri per il pubblico".

lunedì 6 ottobre 2025

Annamaria Tonini, l’intervista: “La musica per me è una medicina”

Annamaria Tonini si avvicina alla musica all’età di 8 anni studiando pianoforte, per poi esplorare batteria, chitarra, violino e basso, che oggi è il suo strumento principale. Da sempre scrive canzoni, coltivando la composizione e approfondendo la teoria musicale. Ha collaborato con un mensile della sua città intervistando artisti locali e internazionali, unendo passione e divulgazione. Parallelamente guida, insieme ai fratelli, l’azienda di famiglia Roberta Tonini, marchio storico di abbigliamento sportivo fondato dal padre nel 1964. Per lei la musica è espressione totale e medicina per l’anima. Ai giovani musicisti consiglia di credere nel proprio percorso e di non smettere mai di ascoltare con curiosità e apertura. L'abbiamo intervistata.

Quando è iniziata la passione per la musica? 

"All’età di 8 anni, indirizzata dai miei genitori, ho iniziato a studiare pianoforte, come anche i miei fratelli".

Suoni diversi strumenti? 

"Sì. Ho iniziato con il pianoforte, poi a 18 anni, con i miei risparmi, ho comprato una batteria ed ho iniziato a suonarla. Successivamente sono passata alla chitarra: in quegli anni avevo degli amici con cui suonavamo insieme. Negli anni seguenti mi sono dedicata anche al basso e al violino".

Qual è lo strumento a cui sei più affezionata? 

"Lo strumento che suono tutt'ora è il basso, che amo molto perché coordina tutti gli altri. Ma sono molto legata anche al violino".

Come nascono le tue canzoni? 

"Ho sempre scritto canzoni, ma ci sono periodi particolari in cui la creatività mi viene più naturale. In quei momenti cerco di fissare subito le idee per poi passare alle registrazioni".

Oltre a suonare gli strumenti, segui anche la composizione? 

"Sì. Oltre a suonare, ho sempre seguito lo studio della teoria musicale. Ora sto approfondendo la composizione, che insegna appunto come creare una canzone".

Hai altro da raccontare inerente alla musica? 

"Negli anni ho scritto per un mensile della mia città, intervistando musicisti locali e anche internazionali".

Di cosa ti occupi professionalmente? 

"Con i miei fratelli abbiamo ereditato l’azienda di famiglia, Roberta Tonini, marchio di abbigliamento sportivo fondato da mio padre nel 1964. Nel 2024 l’azienda ha ricevuto il riconoscimento di azienda storica".

Cosa vorresti dire ai giovani che oggi suonano? 

"Di continuare nel loro percorso musicale, perché darà loro molte soddisfazioni".

La musica per te cos’è? 

"È un mondo in cui si esprime tutta la persona: per me è una medicina".

C’è qualcosa che vorresti dire a chi si occupa di musica? 

"Di ascoltare molto e con apertura, qualsiasi cantante o cantautore, e non soltanto le canzoni che fanno tanti followers. Quelle non sono le vere canzoni".

lunedì 29 settembre 2025

Mister Sereno: un percorso musicale tra rap, rock e sperimentazione

Mister Sereno, nome d’arte di Andrea Ser Brumana (classe 1986), è un musicista, cantante, rapper e autore di brani con oltre vent’anni di attività alle spalle. Inizia la sua carriera nel 2002 come frontman e leader di diversi progetti e band, tra cui Doppie Freccle, A.p.n.e.a, Bravi Ragazzi, Raven’s Bomber, UfóH, portando avanti una ricerca musicale che unisce rap, rock e contaminazioni sonore. È stato membro del collettivo Rozzano Buia e del progetto Art To Be, attivo fino alla chiusura delle pagine social. Ha inoltre collaborato alla realizzazione del disco “Maudit” della Maudit Rock Band MI.

Dal 2015 è socio Siae e continua a proporre la sua musica con energia e passione, spaziando tra chitarra, batteria, basso e voce. Oltre alla carriera solista, si rende disponibile come featuring, ghostwriter, ricercatore di riff e creatore di nuove vibrazioni. Un artista poliedrico, sempre alla ricerca di nuove forme espressive, capace di muoversi tra diversi linguaggi musicali senza mai perdere autenticità. Nato a Milano, Mister Sereno è autore e musicista di brani underground che trattano di vita vissuta e storie rap di periferia. Indie rap italiano con il tradizionale canto sporco, hip rock nella struttura classica del testo e chitarre grunge Telecaster nei ritornelli.

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L’INTERVISTA

Cosa ti ha spinto a iniziare la tua carriera musicale nel 2002?

Scrivevo canzoni per farmi ascoltare, ero un bimbo introverso, un ragazzino sensibile.

Tra i vari gruppi di cui sei stato frontman (Doppie Freccle, A.p.n.e.a, Bravi Ragazzi, ecc.), quale esperienza ti ha segnato di più e perché?

UFÓH; ho avuto l'opportunità di competere con grandi professionisti.

Come è nato il tuo nome d’arte?

Da un viaggio in Inghilterra in cui ho scampato la vita da un attentato terroristico nel 2006.

Puoi raccontarci qualcosa del collettivo Rozzano Buia e dell’esperienza con Art To Be?

Grandi pensatori, veri lavoratori, indipendenti artisti urbani.

Com’è stato il processo creativo e collaborativo dietro al disco Maudit della MauditRockBandMI?

Dal riff al testo, ho collaborato con l'amico di una vita, chi più chi meno, un disco importante,

Ti senti più a tuo agio come cantante, rapper, chitarrista o batterista?

Sono un oratore di verità, l'arte è la mia valvola di sfogo.

Essendo anche ghostwriter e ricercatore di riff, come differenzi il lavoro per te stesso da quello che fai per altri artisti?

Semplice: dalle collaborazioni ufficiali.

Quali sono i tuoi progetti futuri e le “fresche vibrazioni” che stai preparando per il pubblico?

Ho tre progetti e un solo scopo, esistere... La musica dal vivo è a rischio estinzione, i migliori sono in fatica e i novelli, nichilisti, don't try again! Just do It... Spasibo!